LA RABBIA PER LA MORTE DI ADIL PUÒ E DEVE ESSERE LA SCINTILLA DI UN MOVIMENTO DI MASSA CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL MOTORE DELLA RISCOSSA OPERAIA!
In questi giorni abbiamo assistito a una vera e propria valanga di iniziative di lotta nel ricordo di Adil.
Dopo il grande corteo di sabato a Roma le iniziative di lotta si sono moltiplicate ovunque.
L’elenco delle aziende e dei posti di lavoro che hanno scioperato contro l’assassinio del nostro compagno è sterminato.
Hanno iniziato da lunedì e martedì le aziende metalmeccaniche: Stellantis, Ferrari, Maserati, CNH, Bosch, Titan, GKN, Italtractor, Elettrolux, Piaggio, Dalmine, Pasotti, Rodel, Manitou Italia e tante, tante altre.
Un segnale importantissimo è arrivato dagli operai Whirlpool, i quali durante il presidio di protesta al Mise contro la chiusura dello stabilimento di Napoli, hanno intonato cori di solidarietà per Adil. Uno scenario analogo a quello visto al corteo dei cassintegrati ex-Ilva di Cornigliano, che dopo aver applaudito lo striscione in ricordo del nostro compagno hanno protestato duramente fuori alle sedi di Regione e Prefettura contro la proroga ad oltranza della Cigs nell’acciaieria genovese.
E poi, ovviamente, la logistica, con una settimana di mobilitazione praticamente senza sosta: dalla Lidl di Biandrate, luogo dell’assassinio di Adil, in cui il picchetto è proseguito fino a mercoledì ed è terminato solo dopo la firma alla Prefettura di Novara di un accordo che pone le basi per il superamento delle condizioni di semischiavitù e di supersfruttamento dei lavoratori in appalto, agli scioperi spontanei di martedì e mercoledì su tutta la filiera, alla manifestazione di Bologna fuori alla sede di D’Amora, azienda di trasporto alle cui dipendenze lavorava l’omicida Alessio Spaziano, alle iniziative di protesta presso i punti-vendita Lidl di Genova, Torino e diverse altre città.
Infine, lo sciopero di 4 ore di giovedi, che ha registrato quasi ovunque un’adesione altissima, sebbene si tenesse a soli 6 giorni dallo sciopero del 18 giugno.
D’altra parte, le iniziative sui magazzini in ricordo di Adil si sono spesso fuse e intrecciate con le lotte e con le vertenze già in corso. Ciò in primo luogo alla TNT- FedEx, nella quale la straordinaria mobilitazione dei lavoratori in corso da 3 mesi contro la chiusura dell’hub di Piacenza è ripresa a tambur battente già nella notte di lunedì con il blocco di entrambi i siti Zampieri di Tavazzano e San Giuliano Milanese che erano stati teatro delle infami aggressioni squadriste delle scorse settimane, ed è stata replicata nella notte di mercoledì con l’aggiunta di un presidio anche fuori ai cancelli di Peschiera Borromeo.
Alla vigilia del tavolo col Ministero del lavoro e col MISE di martedì prossimo a Roma, strappato con le unghie e coi denti al corteo nazionale di sabato scorso, il messaggio dei lavoratori FedEx non poteva essere più chiaro: non consentiremo in alcun modo che il governo continui a fare melina sulla pelle dei 280 licenziati di Piacenza; o martedì si pone chiaramente sul tavolo la riapertura immediata del sito, oppure la battaglia con la multinazionale americana, con i suoi sgherri di Zampieri e con lo stesso governo Draghi andrà avanti ad oltranza.
Ma FedEx è solo la punta dell’iceberg: in tutta la logistica ci troviamo di fronte a una chiara tendenza all’inasprimento dei ritmi e dei carichi di lavoro, che va di pari passo con l’aumento esponenziale della precarietà attraverso l’utilizzo indiscriminato e sistematico dei contratti di somministrazione: l’esempio di SDA, a Passo Cortese ma non solo, è in tal senso indicativo.
Per questo martedì prossimo saremo di nuovo in piazza a Roma: non ci interessa il contentino di sederci a un tavolo, pretendiamo il reintegro immediato di tutti i 280 di Piacenza e il ripristino della democrazia sindacale in tutti i magazzini FedEx; pretendiamo l’apertura di un vero negoziato sulle condizioni dei lavoratori in appalto e, più in particolare, sul superamento delle condizioni di precarietà esistenti negli stessi appalti pubblici, a partire dalla vertenza dei lavoratori della manutenzione stradale della Campania; pretendiamo misure tempestive e urgenti per garantire il rispetto della sicurezza e la tutele della salute sui luoghi di lavoro, perché l’aumento vertiginoso delle morti sul lavoro e degli infortuni è inaccettabile e grida sin da ora vendetta!
I lavoratori in queste ore non si sono lasciati terrorizzare dalla furia della violenza padronale, e non si sono fatti abbindolare dalle frasi di circostanza e dalle lacrime di coccodrillo delle istituzioni.
A dispetto della strategia della tensione costruita ad arte dai padroni per terrorizzare i lavoratori e fiaccarne la resistenza, nelle ultime settimane e Ancor più dopo il barbaro omicidio di Adil, migliaia di lavoratori ci hanno espresso la loro simpatia e il loro sostegno, e decine di nuovi Cobas si sono costituiti nelle più svariate categorie e luoghi di lavoro, non solo nella logistica: l’esempio dei 91 lavoratori di Panapesca di Montecatini, che dopo aver aderito al SI Cobas nel giro di pochi giorni hanno strappato il superamento del contratto Multiservizi, è solo il caso più eclatante.
Queste giornate, al contempo drammatiche e cruciali per il futuro non solo del SI Cobas, ma di milioni di lavoratori, hanno chiarito a padroni e governo le dimensioni reali delle forze in campo: se qualcuno si illudeva che l’omicidio di un nostro compagno potesse fermare la mobilitazione operaia, avevano fatto male i conti; chi credeva di poter cancellare col sangue un decennio di lotte perlopiù vincenti, sta ottenendo l’esito opposto.
Il sangue versato da Adil sta infatti alimentando ulteriormente quella spinta verso l’unità delle lotte, verso quel fronte unico di classe che già in occasione dello sciopero del 18 giugno ha iniziato a muovere i primi passi con l’adesione convinta della quasi totalità del sindacalismo di base e il sostegno e la simpatia dei settori più combattivi della stessa Cgil.
Tra qualche giorno scatterà l’ora fatidica dello sblocco dei licenziamenti: uno sblocco che Draghi e i confederali promettono essere parziale e accompagnata da un menù variegato di scivoli e misure transitorie.
La storia ci insegna che i padroni puntano da sempre al massimo risultato col minimo sforzo: i loro reggicoda, da Draghi alle burocrazie di Cgil-Cisl-Uil, sanno bene che spalmare nel tempo le misure lacrime e sangue è la soluzione migliore per evitare una mobilitazione unitaria e simultanea della classe lavoratrice.
Ma noi proletari sappiamo altrettanto bene che quasi un milione di posti di lavoro sono già stati sacrificati in questi mesi sull’altare dell’utilizzo capitalistico della pandemia, e che la fame di profitti della classe dominante non sempre è conciliabile con l’obbiettivo politico di preservare un clima di pace sociale, tanto più in una fase di crisi quale quella attuale.
È per questo che il nostro lavoro, e quello di tutte le avanguardie di lotta del nostro paese, deve porsi come obbiettivo primario la realizzazione in tempi brevi di quello scenario che i padroni e il governo maggiormente temono: una mobilitazione unitaria e simultanea di centinaia di migliaia di proletari, siano essi occupati, precari o disoccupati, che sia capace di produrre una rottura della pace sociale e del quadro di compatibilità capitalistica, tale da dar vita in tempi brevi a un vero sciopero generale.
L’assemblea nazionale indetta per il prossimo 11 luglio a Bologna dal SI Cobas e dall’assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi muove esattamente da queste ragioni e da questi obbiettivi, su tutti la necessità di superare i tradizionali steccati di sigla sindacale o di categoria e restituire centralità alle lotte e al protagonismo operaio.
In queste ore ci apprestiamo a invadere Novara per ricordare nella sua città il nostro compagno caduto in battaglia, nella consapevolezza che ci aspettano settimane ancora più dure e impegnative di quella appena trascorsa.
Le affronteremo come sempre a testa alta e forti della determinazione di migliaia di lavoratori in lotta.
Con Adil nel cuore.
SI Cobas nazionale.
25 giugno 2021
19 GIUGNO: ABBIAMO INVASO LE VIE DI ROMA CON LA NOSTRA RABBIA.
LE VIOLENZE E GLI OMICIDI PADRONALI NON FERMERANNO LA NOSTRA LOTTA. IL SACRIFICIO DI ADIL NON SARÀ VANO!
Sabato pomeriggio in migliaia abbiamo attraversato le vie di Roma.
Una manifestazione che era stata convocata per dar seguito allo sciopero nazionale della logistica e come un primo segnale di piazza per verificare la fattibilità del tentativo che stiamo compiendo per costruire uno sciopero generale con le forze di opposizione e contrasto al governo, e che invece si è tramutata in un corteo di sdegno e di dolore per il barbaro e inaccettabile omicidio del nostro coordinatore di Novara Adil, travolto nella mattina di venerdì dalla folle e criminale corsa di un camion crumiro fuori ai cancelli di Lidl.
Siamo giunti a Roma ancora sconvolti, confusi, increduli e atterriti di fronte al più grave, al più irreparabile tra gli innumerevoli atti di violenza che hanno colpito il SI Cobas nella sua breve ma intensa storia.
Man mano che la piazza ha iniziato a riempirsi, lo sconforto ha lasciato il posto alla convinzione di dover riaffermare con forza le ragioni che hanno portato alla morte di Adil, e il silenzio si è trasformato in un solo, gigantesco urlo di rabbia, cadenzato dagli slogan delle nostre lotte..
Abbiamo così deciso che di fronte all’assassinio di un nostro compagno non potevamo accettare passivamente il canovaccio di un corteo di poche centinaia di metri così come ci era stato imposto dalla questura di Roma, e abbiamo con forza preteso che la manifestazione marciasse in direzione di quei ministeri (lavoro e Mise) che riteniamo a tutti gli effetti complici e corresponsabili del clima di intimidazioni e di violenze padronali che ha portato alla morte di Adil.
Dopo alcuni minuti di confronto ravvicinato con le forze dell’ordine, queste ultime sono state costrette a retrocedere e a consentire la variazione del percorso in direzione Barberini.
Pur avendo chiarito fin dal primo momento alla Questura che in una simile giornata di lutto non eravamo di certo interessati ad avere incontri istituzionali, la determinazione della piazza ha strappato una nuova convocazione del ministero del lavoro entro la prossima settimana, a seguito della quale il corteo ha ripreso il suo percorso iniziale in direzione di piazza Vittorio. Nel mentre si svolgeva la manifestazione, siamo venuti a conoscenza della disponibilità del viceministro dello sviluppo economico Alessandra Todde a prendere parte al suddetto tavolo: staremo a vedere nelle prossime ore se l’esponente pentastellata sarà coerente con i buoni propositi che in passato sono stati ripetutamente enunciati dal suo movimento rispetto alla volontà di frenare le illegalità e le bellicose intenzioni dei padroni della logistica, o se invece le logiche di potere, la “ragion di stato” e le strategie repressive avranno ancora una volta la meglio, favorendo il licenziamento dei 275 lavoratori che lavoravano nel magazzino Fedex-Tnt di Piacenza.
Per quanto ci riguarda, siamo pronti, come abbiamo già fatto per 3 volte negli ultimi mesi, a tornare a Roma sotto ai ministeri con la forza e la determinazione dei lavoratori, e senza chiedere il permesso.
Tanto più in queste ore, è per noi essenziale che i ministri del governo si assumano nei fatti, e non solo a chiacchiere, la piena responsabilità per ciò che sta accadendo nella logistica: non permetteremo a nessuno di strumentalizzare la morte di Adil, men che meno a chi in questi mesi non ha mosso un dito per impedire la chiusura dalla sera alla mattina dell’hub FedEx di Piacenza gettando 280 famiglie per strada, a chi (soprattutto il MISE di Giorgetti) rifiutando sistematicamente ogni confronto tra le parti su questa durissima vertenza, ha spianato la strada al clima di intimidazioni e di violenze contro i lavoratori in lotta, e a chi nel mentre piange lacrime di coccodrillo si appresta, tra l’altro, ad imprimere una nuova stretta al diritto di sciopero con l’allargamento del campo di applicazione della legge 146 anche al settore del trasporto merci e logistica.
Tornando alla manifestazione, oltre alla determinazione e ai numeri imponenti dei lavoratori del SI Cobas, va segnalato come elemento estremamente positivo la partecipazione consistente di numerose realtà politiche, sindacali e sociali. Si può dire senza ombra di dubbio che ieri in piazza era presente la quasi totalità delle esperienze di lotta presenti nel nostro paese: Usb, Adl Cobas, Cub, Slai Cobas sc, USI, minoranze della Cgil, movimenti per il diritto all’abitare di Roma, delegazioni di operai Stellantis e Gkn, collettivi studenteschi, comitati di lotta di immigrati, disoccupati 7 novembre, una delegazione del movimento No-Tav, partiti e collettivi politici (Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, Csa Vittoria, Fronte Comunista, Pcl, Pap, Prc, Pci, Fir, Ccc, RdC, ecc.), ma soprattutto una grande quantità di giovani, su tutti il FGC che da mesi sta dando un supporto alle lotte fuori ai magazzini e che ha messo a disposizione molti suoi militanti nell’organizzazione della manifestazione.
Sabato pomeriggio abbiamo assistito (come già anche nello sciopero nazionale di venerdì) a una convergenza reale di tutti coloro che in Italia provano a resistere con la lotta all’offensiva dei padroni e del governo Draghi.
Si tratta di un patrimonio prezioso, che non può e non deve limitarsi allo sdegno per la morte di Adil e per le innumerevoli violenze contro gli scioperi, ma che deve invece costituire la base di partenza per la costruzione del più ampio fronte di lotta da contrapporre alle politiche di macelleria sociale del governo, allo sblocco dei licenziamenti e ai tentativi padronali di imporre una generale e pesantissima ristrutturazione sulla pelle e sul sangue di milioni di proletari. Un fronte di lotta che deve farsi carico, nel più breve tempo possibile, di indire un vero sciopero generale.
Torniamo da Roma ancora più convinti di questa necessità: per questo nelle prossime ore lanceremo un appello a tutte le realtà del sindacalismo di base e combattivo per costruire una grande assemblea nazionale per il prossimo 11 luglio.
Proseguire la lotta ed estenderla in tutti i settori e in tutti i rivoli delle contraddizioni aperte dalla crisi capitalistica; continuare a combattere i padroni con l’arma che gli fa più paura, lo sciopero e i picchetti; fronteggiare con l’autodifesa operaia gli attacchi repressivi e le violenze delle bande armate al servizio dei padroni: questo è l’unico modo per far davvero sì che il sacrificio di sangue compiuto da Adil non sia avvenuto invano!
Nelle prossime ore daremo l’indicazione del giorno per uno sciopero nella provincia di Novara e di uno sciopero nazionale di due ore per il lutto ed in memoria di Adil.
Invitiamo tutti i lavoratori e i solidali a versare un contributo economico di sostegno alla famiglia di Adil sulla cassa di solidarietà da noi aperta nelle scorse ore.
NOVARA: GRAZIE ALLA TENACIA DEI LAVORATORI UNA PRIMA IMPORTANTE VITTORIA!!!
Dopo 6 ore di trattativa serrata presso la prefettura di Novara, con il sostegno dei numerosi lavoratori accorsi in presidio, la delegazione del si Cobas ha imposto un impegno da parte del Lidl a: cessare le vessazioni ai lavoratori, rimuovere i caporali dall’impianto, adeguare i contratti alle ore svolte e intervenire sul livelli salariali. Risultato però più importante aver salvaguardato l’autorganizzazione dei lavoratori dal tentativo padronale di escludere il si Cobas dalle future negoziazioni. Perciò oggi festeggiamo una vittoria ottenuta con l’unità dei lavoratori e la rabbia per l’omicidio di Adil.
Ci prepariamo su un piano nazionale alle iniziative di sciopero dei prossimi giorni e ad una grande manifestazione sabato, alla quale invitiamo tutti i solidali che in questi giorni ci hanno sostenuto in questa lotta.
Con Adil nel cuore.
S.I. Cobas Novara
23 giugno 2021
Grande manifestazione oggi a Novara
ADIL VIVE NELLE NOSTRE LOTTE!
È terminata da poco la manifestazione a Novara in ricordo di Adil.
In migliaia abbiamo sfilato, compatti e arrabbiati, per ribadire che l’uccisione del nostro coordinatore provinciale non è il frutto di un incidente stradale, bensì di un omicidio volontario; che i mandanti di tale omicidio sono i padroni che per la loro insaziabile fame di profitti non esitano ad alimentare un clima di guerra fuori i cancelli, fomentando e foraggiando crumiri e bande armate al loro servizio.
Il corteo si è concluso con un comizio nel quale i lavoratori di Novara hanno ricordato con emozione il lavoro quotidiano svolto da Adil nella difesa dei lavoratori nella costruzione del SI Cobas, con gli interventi dei solidali del CSA Vittoria, del FGC, dello Slai Cobas SC e del Comitato per la difesa della salute di Sesto San Giovanni.
I compagni dell’esecutivo nazionale hanno posto l’accento sulla necessità di proseguire la lotta nel solco dello sciopero unitario della logistica e dell’ampia solidarietà operaia che si è registrata a seguito dell’omicidio di Adil.
Per questo lavoreremo nelle prossime settimane per una convergenza di tutte le forze del sindacalismo di classe e combattivo che porti in tempo brevi a uno sciopero generale.
Al contempo, rilanciamo fin d’ora la battaglia per il reintegro dei 280 lavoratori della FedEx di Piacenza, e saremo in piazza martedì prossimo a Roma in occasione del tavolo istituzionale col ministero del lavoro e col Mise.
Con Adil nel cuore
Avanti SI Cobas.
26 giugno 2021