Dai primi giorni d’imposizione del “confinamento” in casa, sono partiti scioperi spontanei nelle fabbriche e altre aziende dove invece, per i padroni, l’emergenza sanitaria non esisterebbe. Confindustria ha subito strillato che “l’industria non si tocca”, “se ci si ferma, perdiamo 100 miliardi al mese”… svelando d’un colpo tutta la ferocia antisociale del capitalismo, e la centralità (oggettiva quanto meno) di quella classe operaia che, politicamente e ideologicamente, danno per morta, sparita.
La classe operaia, appunto, ha avuto anch’essa un sussulto: “Non siamo carne da macello!”, lo slogan che si è propagato insieme agli scioperi. “Chiusura di tutte le attività non essenziali e salario garantito!”, con la coscienza sempre più netta che questo disastro sanitario e sociale è un puro prodotto del sistema e della sua deriva liberista (a fronte di una sola fabbrica di apparecchi respiratori, salvavita, ci sono in Italia 231 fabbriche di armi e bombe, naturalmente sempre attive). Gli scioperi sono culminati nella giornata nazionale del 25 marzo, indetta dall’USB, a cui ha aderito la CUB e che, più in generale, ha aggregato le tante azioni spontanee, o organizzate da sezioni locali di vari sindacati. Un movimento che si amplia e approfondisce nei giorni seguenti perché si tratta di una situazione in cui finalmente la gente discute e cerca di affrontare collettivamente il disastro, e di darsi una prospettiva per il dopo-“confinamento”. Un’ondata in profondità che va ben oltre le sigle organizzative attuali, che può ridare nuovamente consistenza a un movimento di classe anticapitalista.
Riportiamo qui il comunicato dell’USB sull’andamento dello sciopero del 25 marzo:
USB: un grande successo lo sciopero generale per chiudere le attività non essenziali. Partecipatissimo stop simbolico della sanità
25 marzo 2020
A metà giornata registriamo una partecipazione straordinaria allo sciopero generale proclamato da USB per esigere la chiusura di tutte le produzioni non essenziali ed impedire così la diffusione del contagio da coronavirus tra i lavoratori costretti non solo a muoversi su mezzi affollati – in palese contraddizione con i decreti governativi – ma a prestare la propria opera in condizioni di totale insicurezza.
Da nord a sud, da Trieste a Taranto, magazzini della logistica vuoti e fabbriche con fermate che coinvolgono anche il 70% degli operai, nonostante si debbano registrare comportamenti antisindacali come quelli di ArcelorMittal, che boicotta la giornata di lotta con il ricorso alle comandate allargate. USB denuncerà ArcelorMittal chiedendo un milione di euro di danni, da devolvere alle famiglie degli operai.
Eccezionale anche la partecipazione allo sciopero simbolico di un minuto nei servizi essenziali. Interi comandi dei vigili del fuoco hanno aderito, così come gli infermieri, i medici, gli operatori sanitari e il personale ausiliario della rete ospedaliera nazionale.
È proprio il personale della Sanità, spesso precario, a sancire la fortissima adesione di chi non può scioperare ma vuole comunque essere virtualmente presente nella giornata di lotta, anche per ricordare Daniela, l’infermiera di terapia intensiva suicida al San Gerardo di Monza, e tutte le altre vittime mietute dal Covid-19 tra gli operatori sanitari. Lo testimoniano i tanti video e foto commoventi pubblicati all’indirizzo https://www.usb.it/leggi-notizia/mercoledi-25-marzo-sciopero-generale-di-usb-chiudetetutto-foto-e-video-1116.html.
Questo 25 marzo è un panorama decisamente entusiasmante nonostante le minacciose note del Garante degli scioperi, gli anatemi patetici del Codacons e la spessa coltre di silenzio stesa dei media. Vigili urbani, ricercatori e amministrativi dell’Istituto superiore di sanità, infermieri dell’Inail, personale degli enti previdenziali, dei ministeri, delle amministrazioni locali, del fisco hanno incrociato le braccia, anche da casa interrompendo lo smart working, mentre negli istituti scolastici di tutt’Italia, al rifiuto del personale ATA di recarsi nelle scuole si è sommata la sospensione della didattica a distanza, che didattica non è.
Tutto questo avviene mentre i segretari di Cgil Cisl e Uil, che ormai hanno una cuccia stabile a palazzo, rabberciavano alla bell’e meglio un decreto imbevibile per cercare di contenere l’evidente incazzatura emersa prepotentemente tra le loro stesse file.
La straordinaria mobilitazione di oggi non è merito dei sindacati complici ma del grande e inedito movimento di massa che, pur in condizioni impossibili, ha saputo far sentire la propria voce e costringe ogni giorno i padroni, il governo e i sindacalisti loro alleati a sempre più ridicole marce indietro. La parola d’ordine era è e rimane Prima la Salute! Chiudere tutto!
Unione Sindacale di Base