La memoria e i percorsi del presente
Lotte di classe dagli anni Sessanta del ’900 a oggi
La Fondazione La Rossa Primavera si è costituita a Roma alla fine del 2016, su iniziativa di Paola Staccioli, con l’obiettivo di difendere e creare sinergie tra la memoria delle lotte di classe e dei movimenti e il presente delle lotte sociali e politiche.
La Fondazione nasce, in primo luogo, per raccogliere e rendere fruibile un patrimonio documentario che rischia nel tempo di andare disperso, inserire documentazione on line, costruire percorsi multimediali. Un lavoro che non vuole ricercare o trasmettere una memoria condivisa, ma valorizzare la linfa vitale delle lotte di quella parte della società che si è identificata nei progetti più radicali di trasformazione politica e sociale. L’apporto e il cammino compiuti sono passi e tappe che possono aiutare il movimento attuale ad avanzare;
Ma la memoria ha un senso solo se vive nelle lotte attuali. La “Rossa Primavera” vuole favorire la creazione di una rete volta alla solidarietà, al sostegno e al rafforzamento delle forme più avanzate di opposizione di classe. Un “luogo” dove sia possibile leggere e intervenire nel presente attraverso l’analisi del passato, dove possano confrontarsi esperienze diverse per sostenere e promuovere culture e comportamenti militanti.
Anche se formalmente la Fondazione è appena stata costituita, le premesse che ne hanno reso possibile la realizzazione si snodano in un percorso avviato da quasi venti anni su impulso di Paola. Il lavoro svolto è stato principalmente quello di ricostruire e sottrarre all’oblio alcune tra le storie più ruvide, talvolta rimosse, sicuramente “di parte”, con uno sguardo sempre rivolto ai compiti del presente. L’impegno è ben presto divenuto collettivo.
Con le quattro raccolte di racconti che ricordano le lotte dagli anni Sessanta all’uccisione di Carlo Giuliani – a cui hanno partecipato circa trenta scrittori e scrittrici – e, successivamente, con i due libri dedicati alle donne internazionaliste e alle militanti della lotta armata, si è cercato di stimolare dibattito, soprattutto fra i più giovani, sui temi dell’antifascismo, della lotta rivoluzionaria, della repressione, del carcere.
Le ultime due pubblicazioni (scritte da Paola Staccioli, la prima insieme ad Haidi Gaggio Giuliani, la seconda con una testimonianza di Silvia Baraldini), in quattro anni sono state presentate in oltre 200 realtà di tutta Italia (oltre che in Svizzera e Francia), con la partecipazione di migliaia di compagni e compagne. Le iniziative si sono svolte in centri sociali, comitati, collettivi, associazioni, strutture dell’antagonismo politico e sociale, arrivando in quasi tutte le regioni. Situazioni diverse per età dei compagni, collocazione politica (comunisti, anarchici, antifascisti, internazionalisti, attivisti sociali), unite dall’interesse a confrontarsi su temi “scomodi” ma fondamentali del nostro recente passato. Si è iniziato parlando delle donne narrate nei libri, mentre Silvia Baraldini ha spiegato, a quanti conoscevano solo le condizioni della sua detenzione, le ragioni della sua “colpevolezza”, ovvero della militanza politica clandestina negli Stati Uniti. Si è spesso arrivati a discutere di come affrontare oggi la lotta e gli attacchi repressivi, di come sostenere i comportamenti più avanzati di resistenza. Più in generale, di come tornare a ragionare in termini strategici, con la capacità e gli strumenti adeguati per superare il modo di produzione capitalistico, basato sullo sfruttamento e la disuguaglianza.
Libri come sassi, lanciati con l’obiettivo di sviluppare il dibattito, creare spunti per contrastare la disgregazione che attraversa tutte le componenti del movimento antagonista. Tenendo sempre presente l’obiettivo generale: la trasformazione rivoluzionaria dell’esistente. Questo lavoro ha suscitato interesse e consensi al di là di ogni aspettativa.
La Rossa Primavera nasce dall’esigenza di rendere questo lavoro sistematico, di dargli continuità, allargarlo ad altri compagni e compagne. Farlo diventare un patrimonio collettivo. Perché solo in questo modo potrà veramente essere un ausilio per le lotte dell’oggi.
Partendo dall’esigenza di non disperdere quanto finora fatto, e di utilizzare al meglio alcune disponibilità economiche, Paola ha costituito, insieme ad altri compagne e compagni, la Fondazione nella forma di “Fondazione di partecipazione”, opzione che permette di vincolare il patrimonio attuale (e quello che potrà arrivare da future quote sociali, contributi, donazioni, lasciti testamentari) agli scopi stabiliti nello statuto, e nello stesso tempo garantire una gestione collettiva delle diverse attività. L’idea, infatti, è quella di creare una “struttura di servizio” aperta alla partecipazione di tutte le compagne e i compagni che ne condividano gli obiettivi e che vogliano impegnarsi su questi temi, in collegamento con analoghe iniziative e realtà politiche italiane ed europee.
L’articolazione del progetto
Ad avviare il lavoro in questa prima fase sono per lo più compagne e compagni che nel tempo hanno partecipato alle iniziative che la Fondazione propone, e che ora intendono sviluppare una struttura che prosegua oltre le vicende umane degli attuali promotori. Molti di loro vivono a Roma, ma il progetto è pensato per svilupparsi a livello nazionale.
Sono stati già individuati alcuni settori di attività, mentre altri potranno nascere nel tempo a seconda delle esigenze. Ogni settore ha un collettivo di lavoro, che porterà avanti iniziative storiche, politiche e culturali, militanti.
ArchiviAzione
Archivio e centro di documentazione
L’idea di costruire un archivio e centro di documentazione delle lotte, dei movimenti, delle organizzazioni, delle resistenze popolari nasce dalla necessità di evitare che una gran parte del patrimonio storico-documentario vada perduto in questo particolare momento politico dove l’attenzione alla memoria e alla ricerca metodologicamente seria non hanno uno spazio adeguato nei movimenti. La paura che tanto materiale cartaceo, fotografico, video, possa andare disperso o distrutto è reale e basata sull’esperienza. Il rischio aumenta in un periodo in cui molti spazi occupati sono sotto sgombero.
Limitando il nostro sguardo alla realtà romana (anche se la Fondazione intende operare a livello nazionale), nella città manca un unico grande Archivio, Centro di Documentazione o Istituto di ricerca al pari di quelli esistiti o esistenti in altre città come Milano, Pisa, Pistoia, Bologna, ecc. Eppure il materiale sparso nei centri sociali, nei collettivi, nei comitati e nelle associazioni è davvero tanto. In parte non è catalogato e nemmeno è stato mai censito. Ancor più cospicua è la documentazione conservata nelle case private, nelle cantine, negli sgabuzzini, che rischia la distruzione o la dispersione. Un patrimonio che vorremmo recuperare, con il consenso di chi lo possiede, catalogare e rendere consultabile.
Di archivi istituzionali ce ne sono molti, utilizzati da storici e sociologi. Ma un Archivio che racconti la storia delle lotte e dei movimenti non può che essere curato da compagne e compagni militanti, per mantenere anche una funzione anti-istituzionale, anti-agiografica, utile per comprendere il recente passato, non ripetere gli errori commessi, individuare strumenti di analisi per le lotte dell’oggi. Chi è senza memoria – sappiamo – non ha futuro.
All’interno di questo progetto, è già in fase di realizzazione Percorsi rivoluzionari – Centro di documentazione on line su movimenti e organizzazioni armate in Italia dagli anni Settanta del Novecento. Un’iniziativa nata dalla consapevolezza di quanto sia importante salvaguardare e rendere fruibile un patrimonio storico-documentario costituito da fonti ricche di spunti di riflessione ma difficilmente reperibili. Solo dalla lettura diretta delle motivazioni e degli orientamenti politico ideologici alla base della pratica armata è infatti possibile formarsi una propria opinione non falsata dalla pubblicistica sull’argomento. Il Centro di documentazione, a cui si accede dal sito dell’Osservatorio sulla repressione, è oggi composto da alcune centinaia di documenti prodotti da gruppi e organizzazioni di area marxista-leninista, operaista, anarchica, oltre a scritti di prigionieri politici non pentiti né dissociati dagli anni Settanta. Viene costantemente incrementato grazie al lavoro volontario di trascrizione e digitalizzazione di alcune decine di compagne e compagni in tutta Italia. La mail del Centro è docmovimenti@gmail.com
Di pArte
Scritture militanti
Il gesto materiale dello scrivere ha perso la sua incisiva acutezza e la fisicità del segno: ma le armi della critica hanno bisogno ancora di parole affilate e di scritture graffianti, di testi esplosivi. Anche senza la ruvidezza dei materiali, privati dell’odore dell’inchiostro e della materialità dei supporti, parole e segni possono incrinare il chiacchiericcio dell’intrattenimento, la laccata bellezza dell’apologia, l’inerzia catastrofista dei rassegnati e dei complottisti, ridando fiducia e senso al pensare, al parlare e all’agire collettivo dentro i conflitti. E laddove la teoria fatica a definire territori e schieramenti e la politica stenta a trovare nuove parole per le realtà nuove, la narrativa e l’arte in generale possono aiutarci a trasmettere memorie e contenuti e a sensatamente sognare futuri. Pensiamo a scritture che siano dentro al conflitto e ad autori che si impegnino in prima persona; scritture militanti è un progetto aperto a diversi e differenti contenuti ma senza ambiguità sulle fondamentali scelte di campo.
Il nostro sguardo si dirigerà principalmente al presente delle lotte sociali e politiche, alle forme attuali dello sfruttamento e dell’oppressione, a raccontare quella condizione e quei conflitti che moltitudini vivono ma che sono paradossalmente avvolti in condivisi, quasi unanimi, silenzi. I movimenti attuali sono più delle volte mistificati e traditi dalle rappresentazioni, ma hanno sicuramente la forza di generare nuove narrazioni, trovando collettivamente una loro estetica e un loro linguaggio.
Scritture militanti proverà a contribuire anche alla trasmissione della memoria della lotta di classe e dei movimenti, proverà a raccontare la storia dal lato degli oppressi e dei ribelli. La perdita della memoria in generale è una delle caratteristiche del nostro tempo, dominato dalla tirannia del presente, dalla rimozione del passato, dalla svalorizzazione della progettualità e del futuro. La narrativa e l’arte possono raggiungere le nuove generazioni e aiutarci a recuperare, con la memoria delle nostre radici, le nostre identità conflittuali.
Siamo consapevoli delle difficoltà; ma anche incoraggiati della presenza di autori, di collettivi, di associazioni culturali, di case editrici, di singoli artisti, che perseguono, in tutto o in parte, obiettivi vicini ai nostri e con tutti loro vogliamo collaborare. Scritture militanti ambisce a essere un piccolo tassello di un rinnovamento culturale vasto e articolato che può contribuire a reali trasformazioni.
In movimento
Iniziative e campagne di carattere politico-sociale
È un’articolazione naturale per questa struttura e i suoi progetti. Riteniamo infatti necessario che il lavoro di raccolta documentale, memoria, scrittura e ricerca sui temi della storia di classe abbia un risvolto nel presente. Anzi, questo lavoro complessivo è proprio in funzione della comprensione e della progettualità per il presente.
La Fondazione non ha ambizione di organizzazione politica o sindacale, bensì sostiene e partecipa alla ricomposizione e organizzazione di classe. Il suo contributo nelle lotte e nei movimenti può consistere piuttosto in un apporto su termini generali, su questioni base. Come, per esempio, l’attuale tentativo di costruire una “campagna di resistenza, contro la repressione”. Lo sforzo principale de La Rossa Primavera sarà orientato alla convergenza, al confronto, all’unità nella lotta, fra vari organismi locali, a partire da poche, essenziali, proposizioni.
Poche ed essenziali ma non generiche, tese alla ricerca di facile consenso. Perché si tratta comunque di situarsi dentro la lotta di classe, e quindi dentro le battaglie politiche che vi si svolgono.
Un contributo attivo insomma, a sostegno delle tendenze più interessanti e conseguenti con le finalità della lotta per il comunismo.
Inchiesta operaia
Ricerche sul mondo del lavoro
Il metodo e il concetto dell’Inchiesta Operaia, assunti come pratica portante, fondamentale, hanno costituito una grande innovazione a partire dalle esperienze operaiste degli anni Sessanta.
Con notevoli risultati, sia nel campo della conoscenza della mutevole realtà sociale, sia nel tipo di rapporti che si stabilivano internamente alla classe. Alla base vi era la rottura rispetto alle pratiche dei Partiti storici della sinistra, degenerati nel riformismo e nel revisionismo, per cui la classe operaia era solo più massa di manovra, delegante la sua sorte alla sfera dello Stato, al cielo della politica.
I gruppi che avviarono il lavoro d’Inchiesta, invece, volevano ridare centralità al vissuto concreto della classe operaia, dentro i meccanismi fondamentali della produzione capitalistica: era lì che andavano ancorati i percorsi politici, perché solo nella critica pratica, tendenzialmente rivoluzionaria, di quel nesso fra capitale e lavoro, si potevano sviluppare autentiche forze rivoluzionarie. E questo era possibile solo ridando dignità e centralità ai soggetti stessi di quel nesso, solo ridando centralità alle spinte concrete di liberazione che emergono dalla sofferenza quotidiana e dalle pratiche della lotta di classe.
Così si costituirono collettivi misti fra militanti interni alle fabbriche ed altri esterni. I cancelli delle fabbriche divennero il luogo fisico di quest’esperienza quotidiana, il punto di raccordo. Insieme ad aule universitarie conquistate dalla forza del movimento studentesco.
Ricordiamo che quell’audacia innovativa innervò il nascente movimento di classe, sia attraverso la fase esplosiva del’68/’69, sia attraverso tutta la decade 70. Producendo una ricchezza qualitativa
del movimento stesso, proprio perché la conoscenza, l’elaborazione teorica, s’intrecciavano alla pratica sociale, ai percorsi concreti di lotta ed organizzazione.
Si sa, ci troviamo in tutt’altra epoca, eppure sappiamo che l’essenza del sistema non è cambiata. Anzi! E la crisi politico-ideologica del movimento di classe continua a pesare. Pertanto, e a maggior ragione, si può recuperare e valorizzare il meglio di quelle esperienze, di quel metodo dell’Inchiesta Operaia. Che è rimasta viva, raccolta da vari collettivi o gruppi, nel corso del tempo – si pensi solo al lavoro del “Clash City Workers” – quindi si tratta di inserirsi su un solco esistente, e di trovarvi alimento oltre che apportarvi contributo.
Si tratta di assumere un certo stile, un metodo nella costruzione degli stessi organismi di base, per cui i/le militanti diventino anche agenti attivi di Inchiesta.
La materia oggi è infinita, data la frammentazione dei cicli produttivi, delle strutture economiche, e le diverse vie della loro centralizzazione verticale (in corrispettivo dialettico, sempre più potente e concentrata). Naturalmente vogliamo partire dai settori dove l’esistenza di conflittualità ha fatto emergere soggettività proletaria, e quindi referenti concreti e protagonisti possibili della proposta di Inchiesta. Si guarda quindi, in particolare, alle realtà operaie della logistica e della grande distribuzione, di alcuni servizi di nuovo tipo, del bracciantato agricolo, di alcune fabbriche, ecc. Alcuni contatti e disponibilità ci porteranno, forse, a dover coordinare alcune realtà sparse fra città. Per questo suo carattere di lavoro aperto e di confronto con realtà diverse, il Gruppo che proponiamo dovrà quindi articolarsi su rapporti esterni, sulla centralizzazione di apporti di vario livello. Perciò il gruppo dovrebbe avere un carattere misto e dinamico con l’obbiettivo di produrre studi e raccolte di testimonianze delle nuove condizioni di sfruttamento del lavoro.
Cassa resistenza
Fondo di solidarietà per i militanti politici e delle lotte sociali
È prevista la realizzazione di un fondo di solidarietà per i militanti politici e delle lotte sociali colpiti dalla repressione nelle sue varie forme. La cassa raccoglierà contributi e donazioni specifiche ed effettuerà iniziative di autofinanziamento/informazione.
Un’attività molto importante, dal momento che negli ultimi anni gli spazi di contrattazione economica e di agibilità politica si sono ristretti, e le manifestazioni di conflittualità sociale e politica sono oggetto di attacchi sempre più duri, in Italia come nel resto d’Europa. La repressione è infatti parte integrante del modo di produzione capitalistico, e l’accentuazione dell’autoritarismo strettamente connessa con l’avanzare della crisi economica.
La devastazione di interi territori in nome del profitto, la mancanza di case e di lavoro, la decadenza della scuola e del sistema sanitario, ovvero un generale peggioramento delle condizioni di vita, ha spinto di nuovo sul terreno della lotta settori popolari più vasti, che sono andati ad affiancare i militanti politici. Lavoratori, in particolare della logistica, occupanti di case, cittadini che si oppongono a discariche, basi militari, grandi opere, migranti, terremotati, pastori, disoccupati, studenti, si sono quindi trovati a fare i conti con pestaggi, denunce, fogli di via, schedature di massa e misure restrittive varie, o con nuove forme di repressione subdole quali le multe pecuniarie. Un sostegno economico può aiutare le lotte più avanzate a consolidarsi e riprodursi, non disperdendosi ai primi attacchi repressivi.
Sito Web
Nella prospettiva della Fondazione, fondamentale è la condivisione dei materiali in archivio, delle attività intraprese e delle informazioni che coinvolgano un pubblico più ampio. Il sito dovrà rispondere alla necessità di essere un punto di riferimento per coloro che sono interessati a conoscere la memoria dei movimenti del secondo Novecento e per coloro che vogliono condividere iniziative che convergano con i suoi scopi. Dovrà anche essere un agile strumento di collegamento con realtà simili presenti nella rete e sul territorio.
Fondazione
La rossa primavera
Sede: via Mecenate, 27 – 00184 Roma
Email: fondrossaprimavera@gmail.com
Cell: +39 347 4130283
Il comitato.
Ottobre 2017.