Scritture militanti
Il gesto materiale dello scrivere ha perso la sua incisiva acutezza e la fisicità del segno: ma le armi della critica hanno bisogno ancora di parole affilate e di scritture graffianti, di testi esplosivi. Anche senza la ruvidezza dei materiali, privati dell’odore dell’inchiostro e della materialità dei supporti, parole e segni possono incrinare il chiacchiericcio dell’intrattenimento, la laccata bellezza dell’apologia, l’inerzia catastrofista dei rassegnati e dei complottisti, ridando fiducia e senso al pensare, al parlare e all’agire collettivo dentro i conflitti. E laddove la teoria fatica a definire territori e schieramenti e la politica stenta a trovare nuove parole per le realtà nuove, la narrativa e l’arte in generale possono aiutarci a trasmettere memorie e contenuti e a sensatamente sognare futuri. Pensiamo a scritture che siano dentro al conflitto e ad autori che si impegnino in prima persona; scritture militanti è un progetto aperto a diversi e differenti contenuti ma senza ambiguità sulle fondamentali scelte di campo.
Il nostro sguardo si dirigerà principalmente al presente delle lotte sociali e politiche, alle forme attuali dello sfruttamento e dell’oppressione, a raccontare quella condizione e quei conflitti che moltitudini vivono ma che sono paradossalmente avvolti in condivisi, quasi unanimi, silenzi. I movimenti attuali sono più delle volte mistificati e traditi dalle rappresentazioni, ma hanno sicuramente la forza di generare nuove narrazioni, trovando collettivamente una loro estetica e un loro linguaggio.
Scritture militanti proverà a contribuire anche alla trasmissione della memoria della lotta di classe e dei movimenti, proverà a raccontare la storia dal lato degli oppressi e dei ribelli. La perdita della memoria in generale è una delle caratteristiche del nostro tempo, dominato dalla tirannia del presente, dalla rimozione del passato, dalla svalorizzazione della progettualità e del futuro. La narrativa e l’arte possono raggiungere le nuove generazioni e aiutarci a recuperare, con la memoria delle nostre radici, le nostre identità conflittuali.
Siamo consapevoli delle difficoltà; ma anche incoraggiati della presenza di autori, di collettivi, di associazioni culturali, di case editrici, di singoli artisti, che perseguono, in tutto o in parte, obiettivi vicini ai nostri e con tutti loro vogliamo collaborare. Scritture militanti ambisce a essere un piccolo tassello di un rinnovamento culturale vasto e articolato che può contribuire a reali trasformazioni.
E ora levate il muro!
Per un Manifesto di scritture e arte militante
La scritta invincibile
Al tempo della guerra mondiale
in una cella del carcere italiano di San Carlo
pieno di soldati arrestati, di ubriachi e di ladri,
un soldato socialista incise sul muro col lapis copiativo:
viva Lenin!Su, in alto, nella cella semibuia, appena visibile, ma
scritto in maiuscole enormi.
Quando i secondini videro, mandarono un imbianchino con un secchio di calce
e quello, con un lungo pennello, imbiancò la scritta minacciosa.
Ma siccome, con la sua calce, aveva seguito soltanto i caratteri
ora c’è scritto nella cella, in bianco:
viva Lenin!Soltanto un secondo imbianchino coprì il tutto con più largo pennello
sì che per lunghe ore non si vide più nulla. Ma al mattino,
quando la calce fu asciutta, ricomparve la scritta:
viva Lenin!Allora i secondini mandarono contro la scritta un muratore armato di coltello.
E quello raschiò una lettera dopo l’altra, per un’ora buona.
E quand’ebbe finito, c’era nella cella, ormai senza colore
ma incisa a fondo nel muro, la scritta invincibile:
viva Lenin!E ora levate il muro! Disse il soldato.
Bertolt Brecht
Bisogna con insistenza ricordare, dire e scrivere parole necessarie. Parole che non siano meramente assoggettate alle furie dell’interesse privato o al mantenimento del potere formalmente pubblico, che non servano soltanto a dimenticarsi, ma piuttosto incrinino dalle fondamenta, con il loro potere dirompente, i muri che ci limitano e imprigionano, che ci impediscano la vista e il movimento. I molti fabbricanti di frasi e di significati sono ben inseriti nel processo produttivo, contribuendo direttamente e indirettamente alla valorizzazione del capitale; vendono intrattenimento, che comprende in sé e al tempo stesso occulta l’ideologia, e diffondono consenso, espandendo, senza farsene avvedere, il mercato. Naturalmente nella nutrita schiera dei Tui, gli intellettuali asserviti, ben descritta da Brecht, ci sono ruoli e gerarchie, che vanno dai grandi sacerdoti del pensiero dominante agli oscuri e sfruttati manovali della produzione intellettuale che per un magro e precario salario riempiono di contenuti adatti le praterie della rete e dei media. Eretici e ribelli sono spesso dentro il grande gioco, a sorreggere il muro di confine, dall’esterno. L’edificio però non è solido e compatto come sembra, a patto che si abbia voglia di saggiarne la tenuta; è un compito che attiene a moltitudini, che in silenzio ogni giorno e a volte con esplosioni rumorose assediano il sistema e il suo Castello. Pochi amanuensi si confondono con loro, nel tumulto degli oppressi, dando voce al quotidiano attrito, al lavoro e al conflitto. Eppure ci sono necessità e spazio.
Se il gesto materiale dello scrivere ha perso la sua incisiva acutezza e la fisicità del segno, le armi della critica hanno bisogno ancora di parole affilate e di scritture graffianti, di testi esplosivi. Anche senza la ruvidezza dei materiali, privati dell’odore dell’inchiostro e della materialità dei supporti, parole e segni possono incrinare il chiacchiericcio dell’intrattenimento, la laccata bellezza dell’apologia, l’inerzia catastrofista dei rassegnati e dei complottisti, ridando fiducia e senso al pensare, al parlare e all’agire collettivo dentro i conflitti. E laddove la teoria fatica a definire territori e schieramenti e la politica non trova nuove parole per le realtà nuove, la narrativa e l’arte in generale possono aiutarci a trasmettere memorie e contenuti e a sensatamente sognare futuri. In questo gorgo nasce, nei suoi primi abbozzi, il progetto di Scritture militanti. Un percorso che vorremo veder crescere di apporti nuovi e di diverse voci. Pensiamo a scritture che siano dentro al conflitto e ad autori che si impegnino in prima persona; Scritture militanti è un progetto aperto a diversi e differenti contenuti ma senza ambiguità sulle fondamentali scelte di campo.
Il nostro sguardo si dirigerà principalmente al presente delle lotte sociali e politiche, alle forme attuali dello sfruttamento e dell’oppressione, a raccontare quella condizione e quei conflitti che moltitudini vivono ma che sono paradossalmente avvolti in condivisi, quasi unanimi, silenzi. I movimenti attuali sono più delle volte mistificati e traditi dalle rappresentazioni, ma hanno sicuramente la forza di generare nuove narrazioni, trovando collettivamente una loro estetica e un loro linguaggio. Scritture militanti proverà a contribuire anche alla trasmissione della memoria della lotta di classe e dei movimenti, proverà a raccontare la storia dal lato degli oppressi e dei ribelli. La perdita della memoria in generale è una delle caratteristiche del nostro tempo, dominato dalla tirannia del presente, dalla rimozione del passato, dalla svalorizzazione della progettualità e del futuro. La narrativa, la poesia, l’arte in generale possono raggiungere le nuove generazioni e aiutarci a recuperare, con la memoria delle nostre radici, le nostre identità conflittuali.
Siamo consapevoli delle difficoltà; ma anche incoraggiati della presenza di autori, di collettivi, di associazioni culturali, di case editrici, di singoli artisti, che perseguono, in tutto o in parte, obiettivi vicini ai nostri e con tutti loro vogliamo collaborare. Scritture militanti ambisce ad essere un piccolo tassello di un rinnovamento culturale vasto e articolato che può contribuire a reali trasformazioni. Del resto, il quadro complessivo del conflitto di classe, spesso definito desolante, che sembra giustificare arretramenti e rivalutazioni, trincee moderate e ampie, amplissime alleanze, presenta piuttosto trasformazioni, fratture e scricchiolii; forme nuove di conflitto sia pur barcollando si mettono in cammino. Forse volge al termine l’inverno del nostro scontento e ci piace provare a immaginare di che colore sarà la primavera…
Collettivo Di pArte – Scritture militanti
Fondazione La Rossa Primavera
Prime adesioni
Cristiano Armati
Nanni Balestrini, scrittore e poeta
Francesco Berlingieri
Alessandro Bernardini
Giuliano Bugani, ex operaio, giornalista, regista, poeta
Pino Cacucci
Marco Capoccetti Boccia
Valerio Evangelisti, scrittore
Annamaria Fassio, scrittrice
Daniela Frascati, scrittrice
Haidi Gaggio Giuliani
Luigi Lorusso, editore
Gianfranco Manfredi, scrittore, musicista, critico
Alessandro Pera, scrittore
Marco Sommariva
Paola Staccioli
Silvia Todeschini
Lello Voce, poeta
Fuoco!
Voci di lotta e racconti militanti
a cura di Paola Staccioli
Fuoco! è la prima pubblicazione della Fondazione La Rossa Primavera, in collaborazione con la casa editrice Red Star Press. Gli autori devolvono l’intero importo dei diritti loro spettanti alla Fondazione, a sostegno delle Casse di resistenza in favore di lavoratori licenziati, di attivisti delle lotte sociali e di tutti coloro che attuano forme di resistenza contro la repressione.